Testo e regia: GIUSEPPE DI BELLO
Con: MARCO CONTINANZA
Organizzazione: MICHELE CIARLA
Produzione: “Progetto ConTatto – Trame riparative nelle comunità”.
Sostenuto da: Fondazione Cariplo – Programma: “Welfare in Azione”
https://vimeo.com/337274401/dcc07202ac VIDEO INTEGRALE

Dov’è quell’angolo del nostro cervello o del nostro cuore dove nascono le idee “buone”.
E’ davvero un mistero, soprattutto se si considera una vita come quella di Nelson Mandela, nato in
una nazione oppressa dal razzismo, dalla violenza che questo ha generato e dal suo “evolversi” in
nel terribile regime che è stato Apartheid.
Questo sistema, privo di pietà, che ha vessato lui, la sua famiglia e il suo popolo e che infine lo ha
rinchiuso in un carcere su una piccola isola in mezzo all’oceano solo per le sue idee; in una cella di
due metri per due per 27 anni, non solo non è riuscito a piegarlo, ma cosa più incredibile sembra
avergli offerto l’opportunità di maturare una profonda umanità, cosa che lo porterà attraverso la
compassione, ad elevarsi tra i grandi spiriti della storia dell’uomo.
Attraverso il racconto torneranno alla memoria o si racconteranno a chi non li conosce, i momenti
salienti della vita di quest’uomo e dei mondi in cui ha vissuto: la sua infanzia, la sua adozione, dopo
la morte del padre, da parte del re della sua tribù, gli anni della scuola e la presa di coscienza, gli
anni del terrorismo, la condanna al carcere a vita, le stragi nei ghetti, e poi la sua liberazione,
l’elezione a Presidente della Nazione, fino a quel capolavoro umano che è stata l’istituzione della
Commissione per la Verità e la Riconciliazione.
Nei due metri per due, per 27 anni, Mandela ha desiderato di costruirsi un aquilone e questo gli è
stato sempre fisicamente negato, ma evidentemente nessuno dei suoi carcerieri è mai riuscito a
impedire che lui lo costruisse con i colori del nuovo Sudafrica e lo facesse volare nella sua mente e
nel suo cuore fino a diventare il simbolo del suo spirito libero.
Il racconto, sostenuto dalla partecipata e potente narrazione di Marco Continanza, evoca immagini e
sentimenti e si muove a ritmo sostenuto in un crescendo di emozioni fino a farci provare la
liberazione da quel senso di rabbia e di odio che monta sin dalle sue prime parole e facendoci così
sentire la potenza del perdono, della pace e della fratellanza perché “…nessuno nasce odiando un
altro per il colore della sua pelle, la sua storia o la sua religione.
Le persone debbono imparare ad odiare.
E se possono imparare ad odiare allora può essere loro insegnato anche ad amare.
Perché per la natura umana l’amore è un sentimento più naturale dell’odio.”